Semplicità od empatia? L’orientamento del design rispetto al design dei loghi non è unanime e sarà interessante vedere quale tendenza si imporrà nel futuro.
Il logo della Galleria degli Uffizi ha di recente vinto il Premio Compasso d’Oro e sicuramente la sua semplicità e conseguente efficacia comunicativa è stata convincente con la sua silhouette di G che al tempo stessa si trova in sinergia con la forma di una U.

E la storia del logo della nota casa automobilistica BMV conferma l’evoluzione del design di loghi verso scelte decisamente minimaliste, adottando uno stile piatto ma che comunque risente dei richiami antichi come quello del Rasoio di Occam per arrivare alla contemporanea filosofia del Material Design.

Ma sono gli irriverenti francesi a rompere gli schemi e riportare l’attenzione verso una scelta che richiama caratteri complessi a favore di una maggiore empatia (?) con l’anteprima del nuovo logo della Pegeout (di nuovo un marchio automobilistico) che sfida le esigenze di leggibilità in ambito mobile (responsive docet!).
La criniera del famoso leone della casa automobilistica francese irriterà chi dovrà interpretarlo sullo smartphone od in altri ambiti ridotti oppure convincerà proprio per la sua complessità grafica ed interpretativa?

Nel frattempo registriamo l’interessante operazione di rebranding di Burger King che si ispira nuovamente alla soluzione adottata negli anni ’60 (!?!) per semplificare il logo e così, paradossalmente, diventare più semplice, material, e ‘moderno’.

Per finire, interessante l’evoluzione del logo di General Motors che sembra alludere all’investimento del gruppo verso lo scenario delle auto elettriche riservando la consueta sottolineatura dei suoi glifi alla sola g (minuscola) strizzando l’occhio alla forma di una presa elettrica e quindi rimarcando l’evoluzione della propria identità in relazione alle nuove opportunità di mercato…
