Mischiate sapientemente accessibilità con usabilità nei meandri della vostra consapevolezza digitale e leggete con attenzione il report di Makoto Ueki sul Web a misura di vecchi.
Il Giappone ci assomiglia eccome e ci assomiglia anche nel trend di una società che diventa sempre più vecchia. Lo studio riportato sotto forma di (66) slide presentate recentemente ad un autorevole convegno internazionale da un esperto giapponese di accessibilità Web è interessantissimo perché, manco a dirlo, l’accessibilità prevale ma poi si interseca ed a volte sottostà ad altri principi ed argomentazioni come l’usabilità, l’architettura dell’informazione, la gestione dei contenuti, eccetera. In una società come il Giappone (ma si potrebbe leggere “Italia”) dove la popolazione invecchia velocemente e gli stessi vecchi utilizzano sempre di più la tecnologia digitale è sempre più forte l’esigenza di lavorare sull’estetica delle interfacce digitali affinché siano comprensibili ed utilizzabili anche dagli over 65.
Il riferimento normativo-standard per quanto riguarda l’accessibilità Web – anche per il Giappone – sono le consuete raccomandazioni del W3Consortium note come wcag 2.0 ed il focus sulle esigenze di accessibilità in generale è come al solito centrato sulla questione della visione, dell’udito, della mobilità e dell’interpretazione cognitiva. Alcune difficoltà peculiari della terza età sono quelle ad esempio di riuscire ad interagire con oggetti o controlli particolarmente piccoli così come una decisa riduzione della capacità uditiva. Diminuisce poi la memoria a breve termine, la capacità di concentrazione e conseguentemente la possibilità di seguire modelli di navigazione o di azioni da compiere particolarmente complessi.
In questo scenario i titoli delle pagine e dei paragrafi così come il testo dei link, i colori ben contrastati e le icone utilizzate rivestono un ruolo importante (ma l’hamburger davvero tutti i nostri vecchiucci sono in grado di interpretarlo come menù a discesa?). Ancora i caroselli potrebbero suonare troppo impegnativi in termini di attesa ed interpretazione della loro funzione (ma siamo poi convinti che siano graditi anche al resto della popolazione?), i messaggi di errore dovrebbero sempre essere universalmente comprensibili ed i sottotitoli sincronizzati una regola fissa nel caso di contenuti audio.
Ricordatevi e ricordiamoci che l’accessibilità è un aiuto per tutti (nessuno escluso) e che è sempre bene provare a fare dei ricorrenti test per essere davvero sicuri di rientrare nella normalità (ammesso che esista)…
- di che colore lo vedete il vestitino?
- testate la vostra percezione dei colori
- provate lo stato di salute del vostro udito