i18n come acronimo di internationalization ma anche come inevitabile significato di localizzazione: per il Web e il digitale le cose si stanno facendo più facili o più difficili?
E’ buffa questa attitudine schizofrenica del digitale per cui da una parte si professa difensore della diversità ma poi inevitabilmente porta ad una omogenizzazione dei contenuti e dei linguaggi. Provate a riflettere sull’effetto del correttore automatico sugli smartphone (disabilitatelo!) vero e proprio nemico di gergali, dialetti, parole scherzose ed inventate. Il problema in Georgia, ad esempio, è diventato drammatico per cui solo chi può possedere smartphone di una certa qualità ha la possibilità di poter avere l’alternativa all’alfabeto latino a disposizione sui telefonini più economici.
Settemila le lingue parlate al mondo (reale) ma solo cinquecento online e poco più di trecento quelle supportate da Google che pure ha un (motivatissimo) interesse privato ad essere più comprensibile possibile con i suoi servizi. E allora? E allora tantissime aziende si stanno concentrando sulla comunicazione grafica od iconografica comunque comprensibile ai più fino ad arrivare ad utilizzare onomatopee – anche qui con le dovute sfumature cross-cultural – per indicare suoni sospetti di elettrodomestici in (sospetta) difficoltà.
Siete pronti a comunicare solo tramite disegnini e brusii?