Le persone con disabilità cognitive sono la maggior parte delle persone interessate da un’ipotetica azione di Inclusive Design… per cominciare ci sono molte persone disabili che possono essere definite come sofferenti di dislessia, disprassia, eccetera oppure di altre sindromi e deficit cognitivi come afferenti a vari livelli di autismo (oppure affette de deficit sensoriali che incidono su quello cognitivo come la sordità) dopodiché, in ottica di Inclusive Design alias !Universal Design, sono tantissime le persone che si possono trovare anche solo temporaneamente in una condizione di disabilità cognitiva come ad esempio appartenere ad una fascia d’età come quella dell’infanzia o della vecchiaia (e faccio modestamente notare soprattutto a coloro che si sentono giovani ad età improbabili come la prima fase d’invecchiamento comincia a 34 anni!) oppure che sono in una situazione di distrazione con minor capacità di corretta percezione ed interpretazione dei linguaggi comunicativi (persone in buona compagnia oppure che si trovano in un ambiente anche geografico dove si usano codici diversi da quelli abituali).
Malgrado tutto ciò se si parla di accessibilità (Web) il pensiero ricorre automaticamente alle persone non vedenti (che fortunatamente sono numericamente poco significative) e con difficoltà si estende alle persone sorde e magari ipovedenti e daltoniche che sono sicuramente inferiori rispetto ai disabili cognitivi (numericamente parlando).
Eppure non è facile trovare delle buone linee guida in tema: ci viene in aiuto una delle tante aziende anglosassoni impegnate nel settore dell’accessibilità ovvero Ab11y che peraltro ribadisce nel suo payoff che “Accessibility it’s about people, not just guidelines”! I loro principi sull’esperienza utente che includono l’accessibilità cognitiva sono linee guida lucide ed interessanti ed anche sintetiche pur rimandando a preziosissimi link di approfondimento raccomandando di:
- cercare soluzioni standard…
- utilizzare significanti ben riconoscibili…
- inseguire la semplicità…
- adottare comunicazioni all’insegna della chiarezza…
- offrire informazioni in modalità differenti ma ridondanti ove necessario…
- adottare pattern riconoscibili…
- offrire all’utente finale la possibilità di riconoscere piuttosto che ricordare…
- differenziare gli stimoli comunicativi ed informativi…
- tenere aperto un canale comunicativo con l’utenza finale ed infine…
- lasciare all’utenza finale quante più possibilità di controllo possibile.
