Chi si occupa di accessibilità, usabilità, marketing e comunicazione digitale dovrebbe compiere un atto importante quanto utile per il proprio lavoro: mettersi nei panni altrui!
Cercare di immedesimarsi nelle ‘vesti’ del proprio target di riferimento (personas!) è un atto faticoso, quasi violento, ma decisamente utile perché solo capendo le esigenze dei nostri ‘utenti’ possiamo lavorare in maniera efficace a livello comunicativo, ed è ancor più importante per il digitale dove difficilmente riusciamo ad avere un confronto diretto con tutti i nostri ‘fruitori’.
Lo hanno ben capito all’Empathy Museum di Londra dove si invitano le persone che lo visitano a “mettersi nelle scarpe altrui” (in Italia usiamo l’espressione simile “nei panni altrui”) e camminare per un miglio intero (l’iniziativa si sta diffondendo anche in Italia con la Fondazione Empatia Milano e numerose altre iniziative itineranti).
Nel ruolo di ausili le app installabili sul nostro smartphone forniscono numerose possibilità di supporto consentendo di effettuare zoom dello schermo, invertire i colori a schermo, ridurre il suono dei due canali stereo a un segnale mono, declamare a voce alta auto-correzioni e suggerimenti per il testo che si sta scrivendo, usare comandi vocali nonché la tradizionale funzione di screen reading (con VoiceOver su iOS e TalckBack su Android). Ma l’utilizzo più sorprendente è quello di alcune app come Seeing AI che consentono di comprendere, identificare e descrivere gli oggetti inquadrati dallo smartphone di una persona cieca grazie ad un sistema di intelligenza artificiale in continua fase di apprendimento. Altre app utili per immedesimarsi nelle altrui disabilità temporanee o permanenti così come risolvere le eventuali proprie sono:
- sistemi di trascrizione istantanea normalmente attivabili nelle configurazioni accessibilità del proprio smartphone oppure, in alternativa, un sistema di typing che produce testo molto grande come orbiting.com per comunicare più facilmente con chi ha problemi di udito o di interpretazione cognitiva
- un timer per capire eventuali difficoltà di utilizzo di funzionalità online (20 secondi è un lasso di tempo di riferimento importante in tal senso) da parte di disabili motori e/o cognitivi
- un qualsivoglia Chromatic Vision Simulator per verificare le percezioni di una persona daltonica
- un dizionario per la lingua dei segni come Spread the Sign per comunicare con le persone sorde
- un simulatore di gravi problemi di vista come Tengo Baja Visión