Mettersi nei panni, pardon, scarpe altrui (letteralmente)

Chi si occupa di accessibilità, usabilità, marketing e comunicazione digitale dovrebbe compiere un atto importante quanto utile per il proprio lavoro: mettersi nei panni altrui!

Cercare di immedesimarsi nelle ‘vesti’ del proprio target di riferimento (personas!) è un atto faticoso, quasi violento, ma decisamente utile perché solo capendo le esigenze dei nostri ‘utenti’ possiamo lavorare in maniera efficace a livello comunicativo, ed è ancor più importante per il digitale dove difficilmente riusciamo ad avere un confronto diretto con tutti i nostri ‘fruitori’.

Lo hanno ben capito all’Empathy Museum di Londra dove si invitano le persone che lo visitano a “mettersi nelle scarpe altrui” (in Italia usiamo l’espressione simile “nei panni altrui”) e camminare per un miglio intero (l’iniziativa si sta diffondendo anche in Italia con la Fondazione Empatia Milano e numerose altre iniziative itineranti).

un signore anziano si sta divertendo a camminare su delle scarpe coi tacchi (forse della moglie che lo sta sostendendo per mano?) mentre un addetto di Empathy Museum osserva divertito
Fotografia di ANDY BURTON donata all’Empathy Museum

Nel ruolo di ausili le app installabili sul nostro smartphone forniscono numerose possibilità di supporto consentendo di effettuare zoom dello schermo, invertire i colori a schermo, ridurre il suono dei due canali stereo a un segnale mono, declamare a voce alta auto-correzioni e suggerimenti per il testo che si sta scrivendo, usare comandi vocali nonché la tradizionale funzione di screen reading (con VoiceOver su iOS e TalckBack su Android). Ma l’utilizzo più sorprendente è quello di alcune app come Seeing AI che consentono di comprendere, identificare e descrivere gli oggetti inquadrati dallo smartphone di una persona cieca grazie ad un sistema di intelligenza artificiale in continua fase di apprendimento. Altre app utili per immedesimarsi nelle altrui disabilità temporanee o permanenti così come risolvere le eventuali proprie sono:

  • sistemi di trascrizione istantanea normalmente attivabili nelle configurazioni accessibilità del proprio smartphone oppure, in alternativa, un sistema di typing che produce testo molto grande come orbiting.com per comunicare più facilmente con chi ha problemi di udito o di interpretazione cognitiva
  • un timer per capire eventuali difficoltà di utilizzo di funzionalità online (20 secondi è un lasso di tempo di riferimento importante in tal senso) da parte di disabili motori e/o cognitivi
  • un qualsivoglia Chromatic Vision Simulator per verificare le percezioni di una persona daltonica
  • un dizionario per la lingua dei segni come Spread the Sign per comunicare con le persone sorde
  • un simulatore di gravi problemi di vista come Tengo Baja Visión

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Enrico Bisenzi

AUTENTICAZIONE A 3 FATTORI DELLA CREATIVITÀ UMANA QUI ESPRESSA (!?!) Le soluzioni di design e di esperienza utente, le idee, le parole, le proposte, le analisi e idee espresse sono certificate come 'umane' in base ai seguenti tre fattori di verifica e autenticazione. 1. Potete cercare su Google e/o su altri motori di ricerca il mio nome 'Enrico Bisenzi' e verificare come ci sia traccia della mia esistenza e delle mie elucubrazioni umane. 2. Potete farvi avanti col vostro calendly o altro strumento per proporre una call online per verificare che dall'altra parte ci sia veramente un essere umano e confrontarsi brevemente su quanto da me realizzato e proposto. 3. Potete chiedere un collegamento al mio account linkedin e così utilizzare le mie forme di contatto personale per avere un incontro dal vivo - preferibilmente nelle province di Livorno/Firenze /Roma e accordato solo nel caso sia ritenuto reciprocamente interessante e conveniente - per poter dimostrare dal vivo l'attinenza delle mia entità fisica con quanto espresso nell'infosfera digitale. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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