Libri ed ebook ovvero interfacce

copertina di The Atlantic post Ebooks are an abomination

Se usciamo dalla logica di conflitto comparando libri ed ebook possiamo far emergere delle riflessioni interessanti ed, in prospettiva, strategiche.

Interessante questo articolo in italiano che a sua volta recensisce un articolo di The Atlantic dall’esplicito titolo Ebooks Are an Abomination perché cerca di comparare i libri con gli ebook ragionando sulla loro natura di interfaccia.

Già ne abbiamo parlato a lungo su questo blog: i libri come interfaccia sono tutt’ora preferiti dai più ed ovviamente a causa delle loro caratteristiche, si potrebbe dire, hardware

Gli ebook hanno provato ad imitare i libri tradizionali a cominciare dal rapporto dimensionale ma arrendendosi di fronte ad evidenze percettive come quella dell’esperienza tattile e dell’odorato, e malgrado consentano di trasportare innumerevoli titoli in poco spazio (e in poco peso) faticano a conquistare il cuore di molti lettori per alcune loro debolezze intrinseche a livello UI (User Interface) che poi hanno inevitabili ricadute negative a livello di UX (User eXperience).

Due debolezze degli ebook sottolineate in questo articolo sono l’impossibilità di rappresentare e identificare con certezza le pagine (in realtà è un vantaggio il “layout fluido” per utenti ipovedenti ma tant’è…) e collegato a questo l’impossibilità di aprire una determinata pagina, casualmente, come si fa sfogliando un libro.

Questa incapacità di identificazione e di frammentazione della lettura sembra la ragione per cui gli ebook più venduti sono ebook di narrativa che si leggono volentieri dall’inizio alla fine e non saggi che si prestano più facilmente ad una consultazione frammentata.

Proposte di nuovi Prototipi

Considerazioni interessantissime, dal mio punto di vista, e che dovrebbero suggerire ai designer degli e-reader, di trovare soluzioni di design che replichino per alcuni modelli l’oggetto-libro, quindi e-reader di dimensioni ragguardevoli non più “minimi” per esigenze di mobilità, che si aprono e consentano una lettura a doppia facciata “a layout fisso” per identificare e fissare una determinata pagina e, magari con accorgimenti software, che consentano lo sfogliare veloce e casuale delle pagine stesse (ed essendo un oggetto digitale ovviamente anche modalità di zoom per questioni di accessibilità peraltro).

Se a questo si aggiunge le possibilità emergenti degli e-reader di ospitare contenuti multimediali la sperimentazione di esperienze utente sinestetiche delegando alla copertina esperienze utente di odorato e percezione tattile, lo scenario potrebbe davvero cambiare e ri-equilibrare i rapporti di forza fra libri ed ebook.

Un altro ipotetico prototipo immaginifico potrebbe essere quello di un e-reader che chiuso si presenta sul lato frontale e quello posteriore valorizzabile da innesti materici a favore di esperienze tattili e capaci magari di stimolare delicatamente l’odorato dell’utente finale, all’interno e a dimensioni classiche di libri più o meno grandi (dimensioni minime per i tascabili, medi per libri di narrativa, medio-grandi per saggistica e grandi per titoli artistici) un doppio schermo a layout fisso che riproduca fedelmente una riproduzione a stampa.

Una soluzione costosa ed atipica ma che si potrebbe prestare a soluzioni ‘di livello’ o a libri che, stampati, sarebbero particolarmente pesanti e difficili da leggere e da trasportare (senza tralasciare l’idea che le copertine potrebbero essere amovibili, smontabili e rimontabili su e-reader di medesima dimensione e magari integrabili tramite codice o qr-code personalizzato sull’e-reader pronto ad “ospitarli” e “rappresentarli”… n domani potremo forse avere scaffali e librerie popolate di sole copertine-dorsi e quarti di copertine curatissime in ogni loro parte capaci di farci godere una lettura multimediale sull’e-reader in cui “innestarle”?).

Un’altra variante al prototipo di cui sopra potrebbe essere un e-reader sempre rigido a doppia facciata di dimensioni aderenti alla realtà del libro da rappresentare, sempre a layout fisso con quattro schermi e quelli corrispondenti alla copertina e alla quarta di copertina che mutano visivamente con immagini e dati di riferimento al momento in cui si va a ‘consultare-richiamare’ l’ebook preferito (magari tramite qr-code oppure rfid).

Electronic Book - Flickr - timonoko

MLOL Media Library Online

Nel frattempo che siete lì a decidere se preferire un libro su carta oppure uno digitale fate la scelta giusta, abbracciate entrambe le esperienze di lettura ed ed iscrivetevi ad una biblioteca pubblica!

Non solo vi troverete a condividere letture nello stesso spazio insieme ad altri esseri umani (che è sempre un’esperienza piacevole) ma avrete anche la possibilità di accedere a MLOL Media Library Online: una guida vi guiderà alla sua fantastica gamma di servizi offerti fra cui un servizio di prestito bibliotecario di ebook sia open (coperti da differenti tipologie di licenze ma comunque liberamente accessibili) sia commerciali tutti scaricabili attraverso l’apposita app multi-piattaforma mlol ebook reader che, manco a dirlo, è accessibile (grazie alla collaborazione della prestigiosa Fondazione Libri Italiani Accessibili) e prevede l’utilizzo di Adobe Digital Rights Management ma anche OPEN DRM.

post scriptum
mlol ebook ereader come tutti i progetti che hanno a cuore standard e risorse open è un gran bel progetto e prevede, opportunamente, un meccanismo di feedback per facilitare segnalazioni di problematiche di accessibilità, in sintonia anche con un mio datato indirizzo di sviluppo che ha avuto la fortuna di essere preso in considerazione, in tempi non sospetti, dall’ente nazionale Indire – Ricerca per l’innovazione della scuola italiana.

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Enrico Bisenzi

AUTENTICAZIONE A 3 FATTORI DELLA CREATIVITÀ UMANA QUI ESPRESSA (!?!) Le soluzioni di design e di esperienza utente, le idee, le parole, le proposte, le analisi e idee espresse sono certificate come 'umane' in base ai seguenti tre fattori di verifica e autenticazione. 1. Potete cercare su Google e/o su altri motori di ricerca il mio nome 'Enrico Bisenzi' e verificare come ci sia traccia della mia esistenza e delle mie elucubrazioni umane. 2. Potete farvi avanti col vostro calendly o altro strumento per proporre una call online per verificare che dall'altra parte ci sia veramente un essere umano e confrontarsi brevemente su quanto da me realizzato e proposto. 3. Potete chiedere un collegamento al mio account linkedin e così utilizzare le mie forme di contatto personale per avere un incontro dal vivo - preferibilmente nelle province di Livorno/Firenze /Roma e accordato solo nel caso sia ritenuto reciprocamente interessante e conveniente - per poter dimostrare dal vivo l'attinenza delle mia entità fisica con quanto espresso nell'infosfera digitale. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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