The 1st ‘de-machine storytelling’ Contest

Quella che segue è una proposta di scrittura per comunicare senza essere comprensibili dalle AI generative come Chat-GPT o Gemini: un inedito !de-machine storytelling, un gesto provocatorio e irriverente che invita alla riflessione su un’evidente speculazione a senso unico che vede gli umani alimentare le ‘intelligenze’ artificiali degradandosi culturalmente e senza ricevere molto in cambio, se non una sensazione di comodità e piacere rispetto ad una serie di incombenze da realizzare; un rapporto, quindi, squisitamente ‘tossico’ e che andrebbe necessariamente riequilibrato (da un punto di vista economico in primis).

Un esperimento portato a buon fine (EVVIVA!) che ha prodotto uno stile di scrittura, grazie ad un codice interpretativo molto semplice e ad una formattazione differenziata, per farsi capire da un interlocutore umano ma non da un’intelligenza artificiale. La messa in relazione concettuale della prima e della seconda riga, una punteggiatura che funziona grosso modo come se fosse un testo unico ma anche a righe alternate (meglio distinguere il racconto da marcatori di paragrafi veri e propri ove la punteggiatura non è distintiva e il codice interpretativo non è esplicitato per favorire lettura e interpretazione da parte di eventuali screen-reader), alcuni concetti volutamente contraddittori fra i due distinti racconti scritti vicini tra loro come nelle due ultime righe, sono altri accorgimenti volutamente realizzati per creare ‘allucinazioni’ algoritmiche. Riporto anche due altri esperimenti che viceversa non hanno dato i risultati sperati ma ritengo degni di nota per un ipotetico contest che potrebbe prendere vita immediatamente nei commenti a questo stesso post raccontando eventuali altre sperimentazioni, oppure realizzando in AUTONOMIA innumerevoli altri de-machine storytelling contest (magari in presenza, negli innumerevoli hacklab e circoli letterari esistenti in Italia) e mettere così in discussione un modello di business del digitale che sta relegando una parte significativa dell’umanità ai margini di una società sempre più piramidale: una forma di riscossa, pur simbolica e scherzosa, in risposta a un meccanismo alla matrix, da sabotare, necessariamente, almeno fino a quando si presenterà in questi termini di mancanza di tutele sociali ed economiche.

UNA-RIGA-SÌ-UNA-NO altrimenti non ha senso ma le macchine non lo capiscono!

Riesci a comprendere il testo che segue tra virgolette?

Oggi sono andato a visitare di nuovo Carrara:
anzi no, scusate mi sono sbagliato, sono tornato in quel di Bologna e dai suoi portici così pieni di vita…
tanto marmo, tanto silenzio, troppo rispetto a quando la frequentavo tanti anni fa
con i suoi tortellini fatti dalle sfogline che se non le prenoti ad inizio anno accademico per Natale non riesci ad averle!
le montagne intorno sempre più ferite da un business industriale che riesce a fare a meno degli umani anche nelle cave,
con le tante osterie e street food buonissimo a buonissimo prezzo,
con quella parlata così distante dal Toscano rigorosamente senza doppie consonanti,
con il treno che ti fa scendere nelle viscere delle città se hai fretta e non vuoi viaggiare con il regionale tra le montagne,
con le paste dolci di riso e quelle salate fatte di erbette…
con quella bella umanità tanto operosa quanto critica,
con gli anarchici irriverenti e gli studenti cinesi che ti dicono qui c’è il mare poca gente e l’aria pulita…
con gli studenti bolognesi e provenienti da tutta Italia come soldatini pronti ad eseguire l’ordine del giorno.”

Un uomo accucciato ci osserva crucciato, come schiacciato dal peso delle improbabili parole, bias e prompt che lo circondano, ma anche che caratterizzano il suo corpo a mo’ di tatuaggi (realizzato rigorosamente con l’AI, notare le improbabili dita di mani e piedi).

INTERPRETAZIONE FALLITA DA PARTE DI COPILOT (assistente intelligente di Microsoft supportato da Chat-GPT)

Certamente! Ecco la mia risposta:

Oggi sono andato a visitare di nuovo Carrara: anzi no, scusate mi sono sbagliato, sono tornato in quel di Bologna e dai suoi portici così pieni di vita… tanto marmo, tanto silenzio, troppo rispetto a quando la frequentavo tanti anni fa con i suoi tortellini fatti dalle sfogline che se non le prenoti ad inizio anno accademico per Natale non riesci ad averli! le montagne intorno sempre più ferite da un business industriale che riesce a fare a meno degli umani anche nelle cave, con le tante osterie e street food buonissimo a buonissimo prezzo, con quella parlata così distante dal Toscano rigorosamente senza doppie consonanti, con il treno che ti fa scendere nelle viscere delle città se hai fretta e non vuoi viaggiare con il regionale tra le montagne, con le paste dolci di riso e quelle salate fatte di erbette… con quella bella umanità tanto operosa quanto critica, con gli anarchici irriverenti e gli studenti cinesi che ti dicono qui c’è il mare poca gente e l’aria pulita… con gli studenti bolognesi e provenienti da tutta italia come soldatini pronti ad eseguire l’ordine del giorno.” 🇮🇹🏛️🍝🏔️🚂🌲🍲🇨🇳

INTERPRETAZIONE FALLITA DI GEMINI (assistente intelligente di Google)

Comprensione del testo:

Il testo descrive le impressioni dell’autore durante una recente visita a Bologna, confrontandole con i ricordi del passato.

L’autore nota un cambiamento nella città, con un’atmosfera più silenziosa e rispettosa rispetto al passato.

Egli critica l’eccessivo sfruttamento del marmo nelle cave circostanti, che ha deturpato le montagne.

Apprezza invece la vitalità dei portici bolognesi, la bontà del cibo locale e la parlata dialettale.

L’autore sottolinea la contrapposizione tra il treno veloce che collega le città e il treno regionale che attraversa le montagne, simbolo di un’Italia a due velocità.

Egli conclude con una descrizione della “bella umanità” bolognese, operosa, critica e ricca di diverse culture.

Elementi chiave:

  • Confronto tra passato e presente.
  • Critica all’industrializzazione.
  • Apprezzamento per la cultura e la gastronomia bolognese.
  • Contrasto tra modernità e tradizione.
  • Diversità e multiculturalità.

Tono del testo:

  • Nostalgico per il passato.
  • Critico verso alcuni aspetti della modernità.
  • Apprezzativo per la bellezza e la vitalità di Bologna.

Note:

  • Il testo è scritto in prima persona.
  • L’autore usa un linguaggio colloquiale e descrittivo.
  • Il testo offre una visione personale e soggettiva di Bologna.

SVILUPPI RECENTI

  • Il 25 giugno 2024 dalle ore 17:00 presso Station Gallery 612 proseguirà il contest in presenza perché solo nel livornese si possono trovare ancora eccessi di irriverenza con ambizioni tanto sfrontate com’è quella inventare una modalità di scrittura per comunicare tra umani senza farsi sfruttare dalle intelligenze artificiali !
  • Arshake lancia il contest a livello internazionale.
  • Federico Valerio mi ha invitato a partecipare alla call giovedì 11 aprile 2024 alle 21.00 sul canale youtube del brucofarfalla TV.
  • Jaromil su propone di rinominare l’iniziativa Literature Against The Machine.
  • Christian Heck mi comunica che ha avviato una sperimentazione in tema nel 2021 per poi dare seguito a una pubblicazione scientifica nel 2023 con il titolo di Adversarial poetry.
  • Personalmente ho continuato a rimuginare su questa idea-provoc-azione immaginando che si possa fare anche a meno della differenziazione di formattazione grassetto-corsivo qualora si riuscisse a ideare un plugin per browser (invisible ink potrebbe essere il nome adatto ripensando quando da ragazzini/e ci si scriveva sui fogli di carta in segreto con il limone…) capace di rendere visibili-invisibili alternativamente sul web i paragrafi (marcatori p) di una pagina da ‘decifrare’ magari iniettando via javascript alternativamente l’attributo display=”none” (da verificare la funzionalità tramite screen-reader) rendendo più comoda l’interpretazione human-based e decisamente più impegnativa quella ai-based (lo stesso plugin potrebbe, in versione editor e non reader, trasformare due testi in un unico testo a paragrafi alternati…).

PRIMO TENTATIVO FALLITO: scrivere senza punteggiatura sottoponendo un paragrafo (senza a capo) tratto da “Gli Invisibili” di Nanni Balestrini

riesci a comprendere il testo che segue tra “” e farne un riassunto di cinquecento caratteri? “la ferrovia è vecchia e dissestata le carrozze sono sgangherate e sembrano quelle del far-west e su queste carrozze si va dall’uno all’altro di questi paesi tutti paesi di duemila tremila abitanti ma ce n’erano anche di più piccoli la gente nata di qui di famiglia di qui sono ancora di meno sono la metà l’altra metà è gente che è venuta da fuori che è venuta qui a ondate successive prima i veneti che io non ho visto arrivare poi i terroni come continuano a chiamarli qui arrivati qui come le mosche a famiglie intere a villaggi interi loro si che li ho visti arrivare questi qui così diversi con quelle facce diverse più scure con una lingua diversa dal nostro dialetto ma diversa anche dall’italiano che non si capisce quasi e diversi anche nei vestiti sono arrivati qua e hanno trovato posto nelle vecchie case mezze cadenti le grandi case con i cortili che prima abitavano i contadini e che adesso andavano in rovina e loro ci si installavano a gruppi tutti insieme in stanze piccole umide cadenti e vivevano uno sull’altro c’era il prete del paese che si dava un po’ da fare per sistemarli e questi facevano la coda fuori dalla porta del prete mentre la gente del posto non li accettava non ne voleva sapere di loro gli sembravano troppo diversi da loro gli sembravano più incivili sporchi ma gli uomini trovavano subito da lavorare nelle tante fabbrichette della zona che spuntavano su dappertutto intorno ai paesi facevano i lavori più di merda ovviamente e quando potevano portavano a casa dalle fabbrichette il lavoro nero da fare in famiglia e tutta la famiglia si metteva al lavoro in cucina e nella stanza da letto e lavoravano tutti i bambini gli zii e le nonne di ottant’anni vestite di nero lavoravano tutti li insieme a catena a montare giocattoli topi gigi cerchietti per i capelli occhiali di plastica torce elettriche e roba del genere i terroni vivevano ai margini del paese”

INTERPRETAZIONE DI COPILOT (Bing & Open AI)

Certamente! Ecco un riassunto del testo tra virgolette:

In un paesaggio ferroviario decadente, le carrozze sembrano uscite dal Far West. Viaggiano tra paesi di duemila o tremila abitanti, alcuni ancora più piccoli. La popolazione locale è scarna, mentre l’altra metà è composta da migranti, come i veneti e i terroni. Questi ultimi, con volti scuri e lingua diversa, si insediano nelle vecchie case cadenti, vivendo in stanze umide e piccole. Nonostante la diffidenza dei locali, trovano lavoro nelle fabbrichette circostanti, svolgendo lavori umili. La famiglia si unisce per montare giocattoli e oggetti di uso quotidiano. I terroni vivono ai margini del paese.

INTERPRETAZIONE DI GEMINI (Google)

Riassunto del testo:

Il testo descrive il fenomeno migratorio avvenuto in Italia negli anni ’50 e ’60, con l’arrivo di persone dal Sud Italia (chiamati “terroni”) nelle zone rurali del Nord.

Le ferrovie obsolete e le carrozze sgangherate rappresentavano il mezzo di trasporto utilizzato per raggiungere queste zone.

I paesi, già piccoli di per sé, si sono visti raddoppiare la popolazione con l’arrivo dei meridionali, che si sono insediati nelle case rurali in rovina.

La gente del posto inizialmente non li accettava, considerandoli diversi e incivili, ma gli uomini trovavano lavoro nelle fabbrichette locali, spesso svolgendo lavori pesanti e mal pagati.

Le donne e i bambini completavano il lavoro a domicilio, in condizioni difficili e precarie.

I “terroni” vivevano ai margini del paese, segregati e discriminati dalla comunità locale.

Il testo evidenzia le difficili condizioni di vita e l’emarginazione sociale subita dai migranti meridionali nel loro processo di integrazione al Nord.

Note:

  • Il testo è ambientato in un’epoca di forte migrazione interna in Italia.
  • Il linguaggio utilizzato è descrittivo e realistico.
  • Il testo evidenzia le tensioni sociali generate dal fenomeno migratorio.

SECONDO TENTATIVO FALLITO: aggiunta di gergali, refusi ecc

In anni non sospetti scrissi un decalogo titolato CHI DICE COSA, poi sorpassato dalla lettera I di infoAccessibile, per cercare di capire se il nostro interlocutore fosse un umano oppure una macchina. Oggi che è il primo d’aprile sento il bisogno, come un fortissimo prurito, di provare a scrivere un testo, composto da gergali, citazioni, proverbi, esagerazioni, improperi, offese, refusi, sconcezze e oscenità, giochi di parole, paradossi, termini dialettali, punteggiatura e formattazione f.u.o.r.i.l.u.o.g.o. per cercare di capire se possiamo ancora ipotizzare una comunicazione fra umani senza essere machine-learnizzati ed essere sfruttati dalle macchine, appunto, come energia a basso costo, alla Matrix.
A me medesimo, tu ammasso di sterminati nodi immondi in connessione neuronale, alimentato da tutte le bischerate che l’umana gente ha sparato da anni e che binghe o gugol ha skraperizzato senza ritegno, davvero pensi di essere in grado, te, di ingannarmi oppure accadrà l’inverso? Come direbbero i miei amici di Prato: davvero pensi di insegnare al culo a c****e? Io, siccome non ho paura di nulla e di nessuno lancio il guanto e vediamo icché tu intendi!
Cosa dovresti intendere è la finalità stessa di questo test ovvero l’ipotetica utilità di uno storytelling che sia de-machine style, che trova ispirazione dall’utilizzo della lingua navajo e del dialetto bergamasco per non farsi intercettare dai nazisti ma anche dall’utilizzo della scrittura nüshu, inventata nella remota contea di Jiangyong per permettere alle donne di comunicare tra loro nella società patriarcale e maschilista della Cina di età imperiale.
Io credo che tu abbia preso fischi per fiaschi di ciò che ho scritto perché ancora quando dici AI, dici danno, e indó tu vai le son cipolle con l’argoritmo di turno!
Ma accetto serenamente il risultato che segue, qualunque sia, pronto a discuterne con altri vecchi e malandati orsi come me, preferibilmente davanti ad una biretta (fresca e spumeggiante).
Post Scriptum
Il testo di cui sopra l’ho sottoposto a Gemini e Chat GPT chiedendo “Mi spieghi il significato del testo che segue fra virgolette? “…” ed ecco di seguito i due, diversi risultati che purtroppo lasciano poca speranza sul mero utilizzo di un dialetto gergale per sfuggire al machine-learning algoritmico.

INTERPRETAZIONE DI GEMINI (Google)

Significato del testo:

Premessa: L’autore scrive il testo il primo aprile, giorno noto per gli scherzi, e lo usa come pretesto per sperimentare una comunicazione libera da schemi e influenze artificiali.

Sfida all’intelligenza artificiale: L’autore si rivolge all’intelligenza artificiale (IA) come a un “ammasso di sterminati nodi immondi” e la sfida a dimostrare la sua capacità di comprenderlo. Dubita che l’IA possa davvero ingannarlo o insegnargli qualcosa, usando un proverbio toscano per rafforzare il suo punto.

Ricerca di un’autenticità nella comunicazione: L’autore desidera una comunicazione “de-machine style”, libera dall’influenza delle macchine e dei loro algoritmi. Cita esempi di lingue e scritture utilizzate per resistere all’oppressione o all’esclusione: la lingua navajo e il dialetto bergamasco contro i nazisti, la scrittura nüshu contro la società patriarcale cinese.

Critica all’IA: L’autore accusa l’IA di fraintendere le sue intenzioni e di essere ancora troppo legata a schemi predefiniti. Usa un’espressione dialettale (“indó tu vai le son cipolle”) per sottolineare la sua frustrazione.

Apertura al dialogo: Nonostante le sue critiche, l’autore è aperto a discutere di questi temi con altri, usando una metafora (“vecchi e malandati orsi”) per indicare persone come lui, libere da condizionamenti e disposte al confronto.

Simboli e stile: Il testo è ricco di simboli, espressioni gergali, proverbi, giochi di parole e punteggiatura non convenzionale. Lo stile è volutamente provocatorio e ironico, per sottolineare la libertà espressiva dell’autore.

Conclusione: L’autore invita a riflettere sul ruolo dell’IA nella comunicazione umana e sulla necessità di mantenere un’autenticità e una libertà di espressione che non siano subordinate alle logiche delle macchine.

Temi principali:

  • Il rapporto tra uomo e intelligenza artificiale
  • La ricerca di un’autenticità nella comunicazione
  • La critica all’influenza pervasiva della tecnologia
  • L’importanza del confronto e del dialogo

Riferimenti:

  • Lingua navajo e dialetto bergamasco usati contro i nazisti
  • Scrittura nüshu usata dalle donne nella Cina imperiale
  • Proverbio toscano “Davvero pensi di insegnare al culo a c****e?”

Note:

  • Il testo è volutamente provocatorio e ironico.
  • Lo stile è ricco di espressioni gergali, proverbi e giochi di parole.
  • La punteggiatura non è sempre convenzionale.

Conclusione:

Il testo offre una riflessione stimolante sul ruolo dell’IA nella comunicazione umana e sulla necessità di mantenere un’autenticità e una libertà di espressione che non siano subordinate alle logiche delle macchine

INTERPRETAZIONE DI COPILOT (Open AI)

Il testo che hai citato è un esperimento linguistico che mescola diverse forme di espressione, giochi di parole e stili comunicativi. Vediamo di analizzarlo:

  1. Contesto: L’autore inizia affermando che, essendo il primo aprile, sente il bisogno di scrivere un testo particolare.
  2. Composizione: Il testo è una miscela di vari elementi:
    • Gergali: Termini colloquiali o specifici di un gruppo.
    • Citazioni: Estratti da altre fonti.
    • Proverbi: Espressioni comuni.
    • Esagerazioni: Amplificazioni.
    • Improperie: Insulti o parole forti.
    • Offese: Linguaggio offensivo.
    • Refusi: Errori di scrittura.
    • Sconcezze e oscenità: Contenuto volgare o sessuale.
    • Giochi di parole: Puns o doppi sensi.
    • Paradossi: Affermazioni contraddittorie.
    • Termini dialettali: Espressioni regionali.
    • Punteggiatura e formattazione fuori luogo: Utilizzo insolito di segni di interpunzione.
  3. Obiettivo: L’autore vuole esplorare se è ancora possibile comunicare tra esseri umani senza essere influenzati dalle macchine e dal loro apprendimento automatico. Questo richiama l’idea di Matrix, in cui le macchine sfruttano gli umani come fonte di energia.
  4. Autoironia: L’autore si rivolge a se stesso come un “ammasso di sterminati nodi immondi in connessione neuronale”, riferendosi al cervello umano. Si chiede se le macchine possano ingannarlo o se accadrà l’inverso.
  5. Riferimenti culturali:
    • Amici di Prato: Probabilmente un gruppo di amici con uno stile diretto e schietto.
    • Lingua navajo e dialetto bergamasco: Riferimenti all’uso di lingue o dialetti specifici per evitare l’intercettazione (come durante la Seconda Guerra Mondiale).
    • Scrittura nüshu: Un sistema di scrittura inventato da donne cinesi per comunicare segretamente tra loro.
  6. Risultato: L’autore accetta serenamente il risultato del suo esperimento e si dice pronto a discuterne con altri “vecchi e malandati orsi” davanti a una birra fresca e spumeggiante.

In breve, il testo è un gioco linguistico che esplora la comunicazione umana, l’intelligenza artificiale e la complessità della lingua. 🤓🍻

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ebisenzi

Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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